I dintorni di Prata d’Ansidonia sono davvero interessanti oltre che facilmente raggiungibili.
A poco più di 20 minuti in auto, si trova Santo Stefano di Sessanio, minuscolo ma suggestivo borgo fortificato all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso, gioiello architettonico medievale e perfettamente conservato e inserito nel paesaggio circostante. Imperdibile la porta Medicea, all’ingresso del borgo, sulla quale è ancora ben visibile lo stemma della grande famiglia fiorentina, i cui membri saranno Signori di Santo Stefano fino al 1743. In fase di restauro dopo il terremoto del 2009 la trecentesca Torre Medicea, simbolo del paese. Da ammirare anche Casa del Capitano e Palazzo delle Logge, oltre alla chiesa di Santo Stefano e a quella della Madonna del Lago. Una volta qui, non potete andare via senza aver gustato un’ottima zuppa a base di lenticchie, nelle sue diverse varianti: con quadratini di pane fritto in olio d’oliva, con patate, con salsicce o abbinata a diversi formati di pasta fatta in casa. Le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, piccole, di colore scuro e dal sapore intenso, sono una varietà autoctona tutelata da un Presidio Slow Food in quanto sempre più rare e difficili da reperire.
Da Santo Stefano è facilissimo raggiungere il castello di Rocca Calascio, scelto da tantissimi registi come set per le riprese di film e spot pubblicitari. Si tratta di uno dei castelli più alti in Europa (a 1.512 m slm) e colpisce già lungo il tragitto percorso in auto per raggiungerlo per la sua posizione strategica e dominante. Il Castello di Rocca Calascio è stato scelto per girare scene dei film Lady Hawke, il Nome della Rosa, il Viaggio della Sposa, The American e molti altri.
Sempre a 20 minuti di distanza da Prata d’Ansidonia ma in direzione Ovest si trovano le Grotte di Stiffe, percorso sotterraneo di estrema bellezza naturalistica. Per i geologi le grotte sono in realtà una “risorgenza”, ovvero il punto in cui un fiume sotterraneo torna in superficie. La grotta è visitabile per circa 600 metri in profondità, in un percorso lungo il quale si rimane incantati davanti a stalattiti, stalagmiti, colonne e… vele. In questo suggestivo scenario si resta a bocca aperta davanti a una cascata con un salto superiore ai 20 metri. Ricordiamo infine che, ogni anno, le Grotte diventano, dall’8 dicembre al 6 gennaio, un’immensa scenografia che riproduce le più importanti scene del Presepe.
A 10 km di distanza, direzione Sud, vi consigliamo una sosta a Bominaco, paesino di appena 50 anime arroccato sulle montagne, che custodisce uno dei gioielli architettonici più belli e importanti d’Abruzzo: l’Oratorio di San Pellegrino nella Chiesa di Santa Maria Assunta. Entrambi facevano parte di un Monastero risalente all'inizio dell'era cristiana quando, tra III e IV secolo, il luogo divenne la sepoltura di San Pellegrino, martirizzato a Bominaco trafitto da lance. La datazione della chiesa di Santa Maria Assunta non è certa ma sicuramente precede la data del 1180 riportata sul pulpito e del 1223 riportata e sull'altare. Le prime fonti storiche che citano la chiesa sono un diploma imperiale di Corrado II del 1027, un diploma di Enrico V del 1118 ed una bolla di Leone IX del 1051. L’oratorio di San Pellegrino è una piccola cappella completamente affrescata nel XIII secolo (e per questo definita “Cappella Sistina d’Abruzzo”), grazie al contributo dell’Imperatore Carlo Magno. L’oratorio offre un incredibile contrasto tra la struttura esterna piuttosto anonima e l’interno, caratterizzato da un’esplosione di colori data dagli affreschi, recentemente restaurati. Un luogo magico e mistico che lascia ogni visitatore a bocca aperta. Le pareti e le volte sono completamente affrescate con episodi tratti dal Vangelo, l’infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale e alcuni episodi della vita di San Pellegrino.
Gli affreschi rappresentano uno dei più antichi calendari monastici, con le personificazioni dei mesi.